Cosa significa rischiare negli investimenti? Un’analisi comparativa nello scenario di stress estremo da Coronavirus
E’ giunto il momento di fare sul serio: un’analisi comparativa tra un portafoglio modello con rischio medio e un portafoglio della concorrenza.
Uno dei miei difetti in ambito lavorativo è quello di essere troppo tecnico, e allora proverò a scrivere questo approfondimento in chiave scorrevole. Non smetterò di essere tecnico, ma proverò a dirvi con il linguaggio di quelli bravi nell’oratoria ciò che loro stessi, perdendosi nei rivoli di mille parole, non vi spiegano.
Andiamo al punto: quale di questi due investimenti giudichereste più rischioso?
Il primo ha al proprio interno azionario per quasi l’80%, il secondo per il 54%. Molti di voi giudicheranno folle una quantità tanto elevata di azionario, fosse anche solo il portafoglio più scarico. Tuttavia il test dei mercati durante questa fase (a partire da inizio emergenza COVID sino ad oggi) è il migliore per capire in uno scenario di stress cosa accade.
Le performance ci interessano, ma relativamente, perché nella costruzione di un portafoglio di investimenti ciò che è importante è rispettare il limite di tolleranza al rischio, e concordemente soprattutto la stabilità dei rendimenti. A tal fine introduco la classica formula statistica della deviazione standard, che misura il valore medio del patrimonio investito in un determinato momento, e quanto durante il periodo di osservazione il patrimonio si è discostato dalla media: più alta è la deviazione standard, più ampie saranno le oscillazioni in positivo e in negativo del patrimonio, e quindi più volatile sarà il mio investimento.
Immaginiamo di investire 100.000 Euro, e osservare nei due mesi successivi l’andamento dei miei investimenti. Durante il primo mese il valore del mio investimento è calato a 95.000 Euro, mentre nel secondo mese è diventato di 105.000. La media è di 100.000 Euro, ma la deviazione standard, ossia gli scostamenti in positivo e in negativo dalla media in termini assoluti, è di 5.000 Euro: la deviazione dalla media è di 5.000 euro.
Per tornare al confronto tra i nostri due investimenti relativamente al periodo da marzo a giugno, quindi durante questa emergenza, tra il portafoglio con più azionario e quello con meno azionario la deviazione standard diverge di pochissimo: il portafoglio con più azionario ha una deviazione standard del 3,52%, mentre quello azionario di poco più di un punto, ovvero del 4,85%: significa che se avessimo investito 100.000 euro, avremmo potuto osservare l’investimento nel primo caso con 3.520 Euro in più o in meno, nel secondo con 4.850 Euro in più o in meno.
Ok, ma partendo da marzo a oggi, quale risultato effettivo hanno realizzato i due portafogli? Il portafoglio con più azionario, pur avendo una deviazione standard più alta di poco più di un punto, ha ottenuto quasi il 5% in più, e ha sempre fatto meglio del portafoglio meno rischioso.
E’ questo un invito ad investire in azioni? Assolutamente no! Questo è un invito ad abbandonare vecchie credenze che il sistema finanziario ci ha messo nella testa sino ad oggi: l’obbligazionario o i titoli di Stato ad esempio non necessariamente sono meno rischiosi dell’azionario (Argentina e Grecia docet). Un bravo consulente finanziario maneggia e affronta questi argomenti con professionalità ed esperienza, si perde piacevolmente in chiacchiere quando è il momento di farlo, ma quando è il momento di parlare di investimenti rende fruibile le proprie conoscenze al cliente sia per affrontare i temi connessi all’investimento, sia per rendere cosciente il cliente di ciò che ha fatto, sta facendo, farà.
Luca Giordani
info@Lgconsulenzafinanziaria.
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